Tra metafisica e fisiologia. Il corpo quale fenomeno unitario in Schopenhauer, Cabanis e Bichat
DOI:
https://doi.org/10.5902/2179378636648Parole chiave:
Corpo, Unità, Fisiologia, Schopenhauer, Cabanis, BichatAbstract
Il presente saggio si propone di analizzare un aspetto dell’interpretazione schopenhaueriana della corporeità: il considerare il corpo come fenomeno unitario, e non come termine di un dualismo che a esso contrappone l’anima. Per Schopenhauer il corpo umano, pur nella sua pluralità di significati, è riconducibile a un’unità di fondo, l’essere oggettivazione della volontà. Il Wille è pensato anche come passione, tutt’uno con il Leib che ne riflette i moti. Inoltre, il corpo inteso come organismo e come insieme di affezioni e di pensieri è concepito come unione di parti che si relazionano e si suggestionano reciprocamente. Per Schopenhauer, questa interpretazione è comprovata e condivisa, dal punto di vista fisiologico, da Cabanis e Bichat, nei termini di coappartenenza di physique e moral da un lato, e di interconnessione tra la vie organique e la vie animale dall’altro. Il saggio si propone dunque di illustrare tale visione unitaria e tratteggiare in che misura queste diverse prospettive si incontrano.Downloads
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